Focus maggio 2022
Don Michele Roselli
È arrivato il momento di lasciarci alle spalle qualcosa
Basta catechismo, è ora di catechesi
Dove stiamo andando? Verso quale catechesi? Verso quale figura di catechista? Con onestà, dobbiamo ammettere che non vediamo chiaramente il futuro. Sappiamo con certezza – e non è poco! – ciò che vorremmo lasciarci alle spalle: una catechesi quasi esclusivamente rivolta ai bambini e in vista dei sacramenti, delegata a catechisti, o meglio, a catechiste, spesso lasciate sole a gestire la complessità dell’annuncio, in un contesto socio-culturale sempre più secolarizzato e pluralista.
Qualche premessa
In questo articolo non intendo entrare in questioni teoriche sul ministero del catechista né tracciare un quadro teorico esaustivo delle questioni dibattute. La teoria, infatti, è sufficientemente definita. Mi propongo invece un approccio pratico, un’effettiva declinazione concreta di questi temi.
Il lavoro riflessivo degli ultimi decenni ha contribuito ad una certa lucidità sul ministero del catechista. Talvolta però, si ha come l’impressione che il profilo del catechista sia così esigente e richieda un tale livello di competenze da farlo sembrare un “esperto della spaccata”.
Senza sminuire il valore delle indicazioni magisteriali o negare la necessità di certe qualità e competenze del catechista, vorrei invertire il punto di partenza della riflessione e prendere l’avvio da ciò che avviene nelle pratiche. Mi propongo di dire qualcosa sul ministero dei catechisti osservando, per così dire, la catechesi come “dal di dentro” e i catechisti “mentre agiscono”. Quest’approccio permette di ragionare non secondo una logica organizzativa e di applicazione di un modello ideale sul reale, ma secondo una logica spirituale, di discernimento e di scoperta delle tracce di Dio dentro la vita. Naturalmente, per non restare prigionieri del “ciò che si si riesce a fare”, vorrei mettere in dialogo la voce della pratica con quella della riflessione teologica e pastorale.
Una riflessione in tre passi
Innanzitutto tratteggio la fotografia dei “catechisti in pratica”, poi presento alcuni criteri per interpretarla, ed infine indico alcune trasformazioni da incoraggiare per un esercizio del ministero di catechista in un senso più evangelico ed all’altezza del contesto attuale.
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