Focus
Francesco Vanotti
Quale formazione per gli animatori di comunità
IL CATECHISTA ISTITUITO/2
4.Animatori di comunità: quale formazione?
La visione ecclesiologica del Concilio Vaticano secondo spinge ad un superamento del decision making quale potere concentrato nelle mani dell’autorità. Il modello di Chiesa indicato dal Concilio è invece un sistema cooperativo e condiviso secondo il quale la dimensione sinodale della Chiesa richiede una revisione delle dinamiche e delle strutture sia comunicative che decisionali. In tal senso, il catechista considerato come animatore di comunità non può non essere considerato a partire da una Chiesa missionaria, sinodale e ministeriale.
4.1 Quali precompetenze?
La dimensione dell’identità del catechista istituito appare come la più profonda poiché si riferisce alla maturazione della vita umana e cristiana.[1] La disponibilità ad un continuo processo di trasformazione risulta fondamentale in quanto l’animatore di comunità è chiamato anzitutto a dare buona testimonianza del proprio percorso di fede. Naturalmente, egli non è un già arrivato, per cui il proprio itinerario di receptio della fede adulta continua mentre svolge il suo ministero nell’ottica della trasformazione. Incontrando continuamente la persona di Gesù e mettendosi a confronto con il modello di discepolo e di Regno che Egli propone, il catechista è continuamente stimolato a rivedersi, valutarsi e riconfermarsi nella identità. Nell’itinerario formativo permanente da lui seguito ancora prima dell’istituzione, il catechista è chiamato a vivere un continuo processo di trasformazione al fine di verificare la propria centratura su Cristo
[1] Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, Direttorio per la catechesi, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2020, 238.
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