Guardate a Lui
I simboli dell’umiliazione e della morte diventano inni alla salvezza e alla gloria. Aiutiamo i nostri ragazzi ad entrare nel grande mistero della Pasqua, guardando alla croce che attira tutti a sé, per far rifiorire la vita e la speranza.
Il serpente innalzato nel deserto
Quando Mosè innalzò il serpente nel deserto, fece un gesto sconvolgente e scandaloso. Era il dio Apopi degli egizi, “Nemico di Ra”, e “Signore del Caos”, incarnazione di tutto ciò che è male? Lui che cercava ogni giorno di impedire al dio Sole di sorgere minacciandolo durante il suo viaggio notturno attraverso l’aldilà? Era lui che stava uccidendo tutti ed ora veniva innalzato!?
Quando sarò innalzato…
Cosa avrà pensato Nicodemo in quel colloquio notturno quando Gesù parlava di essere innalzato da terra? Gesù lo aveva già detto, quando alcuni Greci avevano avvicinato Filippo e gli avevano chiesto: «Signore, vogliamo vedere Gesù». E lui aveva parlato di morire per dare molto frutto, di perdere la propria vita per conservarla per l’eternità e di seguirlo nella lotta contro “il principe di questo mondo”.
A noi catechisti viene subito voglia di spiegare, è tutto molto semplice e chiaro: «Gesù lo sapeva, è morto, ma poi è risorto, era necessario, è un passaggio…».
Ma la notte resta notte e il coraggio di guardare in faccia quel serpente che sembra vittorioso non è scontato. È più facile girare lo sguardo, scappare, fare finta di nulla. Lo fanno i nostri ragazzi, lo fanno i genitori, lo facciamo anche noi, a volte, riempiendo il vuoto di belle parole.
…attirerò tutti a me
Non siamo noi a fare. È lui che attira tutti a sé. È lui il fiore che sboccia sui rami secchi in primavera e noi non sappiamo come, e noi non possiamo anticipare nulla. Ci svegliamo, un mattino, e tutto è fiorito, la primavera è tornata.
Seguiamo uno morto in croce, ma siamo certi: fiorirà di vita nuova.
Buona Pasqua di Risurrezione!