Valter Rossi
È meglio farne senza o sono troppo importanti?
Padrino e madrina
Parte prima
La figura e il ruolo, o meglio i ruoli, del padrino e della madrina sono al centro di “un dibattito sottinteso”, tra chi vorrebbe eliminarli e chi non se la sente di mettersi in contrasto con le famiglie, tra chi percepisce l’esigenza di valorizzarli e chi non riesce più a vederne l’utilità. Ma il problema è indice di problematiche teologiche ben più profonde che toccano la nostra visione della Chesa e della Liturgia.
Venti di chiusura e strade divergenti
Recentemente, vari vescovi italiani si sono indirizzati verso l’eliminazione o per lo meno un ridimensionamento della presenza e dell’importanza del padrino e della madrina. I parroci e i catechisti con loro, stanchi di discutere con le famiglie, sono contenti, ma la gente no. Se, nell’intenzione dei vescovi si vorrebbe spingere ad un approfondimento della fede e della partecipazione ecclesiale, ai più ciò pare l’indice di un ulteriore distacco tra l’istituzione Chiesa e la mentalità e le attese della gente. È una tendenza che in Italia sta crescendo molto.
Quanta fatica si sperimenta per far fare cammini significativi alle famiglie, o per far comprendere al padrino e alla madrina che le richieste di coerenza, serietà e impegno, non sono solo freddi adempimenti di burocrazia ma sostengono ed esprimono il cammino della fede che inizia. Come rispondere a chi propone come padrino non solo un non cresimato, ma un mussulmano? «È una bravissima persona e amico di famiglia!». Quando non iniziano a generalizzare: «Non capisco perché voi preti continuate a mettere dei veti nel 2023 e ad allontanare la gente».
Il padrino è importante, ma i motivi sono molto diversi. Noi – Chiesa – cerchiamo un sostegno alla fede sovente troppo fragile dei genitori; per le famiglie (con le dovute eccezioni) la scelta è un segno di stima nei confronti di parenti o amici particolarmente vicini, e ha aspetti molto pratici e materiali (regali compresi). Entrambi ci riferiamo a tradizioni antiche di secoli, ma i contorni sono poco definiti e siamo di fronte a due percorsi paralleli, se non divergenti o opposti.
Quali sfide si palesano in questo particolare punto di contatto, di attrito e di tensione tra famiglie e parrocchia, nella presenza o meno del padrino e della madrina?
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