novembre 2020

Santi? Perché no

Chi l’ha detto che novembre è un mese triste? È il mese che si apre con la festa della santità, con l’inno alla beatitudine: non può essere un mese triste!
Tutti possono, anzi devono puntare alla santità. Non da altare, ma da porta accanto.

I santi della porta accanto

La festa di tutti i santi ci invita a considerare la santità sotto una luce nuova: non sono i grandi santi quelli che si festeggiano in questi giorni, ma i tanti santi della porta accanto, quelli semplici e umili, che tutti hanno avuto la fortuna di incontrare almeno una volta nella vita.
Ci sono di sicuro tanti nonni che sono mancati in questi mesi, nel silenzio oscuro dell’emergenza, e tanti “eroi” che si sono spesi per curare gli altri, incuranti del pericolo. E tutti quelli che hanno fatto delle beatitudini il loro programma di vita.
Come ha detto papa Francesco: «I Santi e le Sante di ogni tempo non sono semplicemente dei simboli, degli esseri umani lontani, irraggiungibili.  Al contrario, sono persone che hanno vissuto con i piedi per terra. Hanno sperimentato la fatica quotidiana dell’esistenza con i suoi successi e i suoi fallimenti, trovando nel Signore la forza di rialzarsi sempre e proseguire il cammino. Da ciò si comprende che la santità è un traguardo che non si può conseguire soltanto con le proprie forze, ma è il frutto della grazia di Dio e della nostra libera risposta ad essa. Quindi la santità è dono e chiamata».

Parlare di santità

La vita cristiana è anzitutto pienezza e gioia, non tristezza e rinuncia. Questo siamo chiamati ad annunciare. E anche se ricordiamo i tanti defunti che hanno segnato le nostre vite (ci sarà un’occasione per ricordare i tanti defunti seppelliti senza un funerale) le nostre parole restano illuminate dalla luce che emana dalla tomba vuota del Risorto.
La morte è stata vinta e noi vivremo per sempre con lui nel suo regno di Luce. Amen

Rossi Valter